NOUVEAU RÉALISME: MANIFESTI LACERATI
Strappata, sporca, lacerata, bruciata, traforata, la carta é, in modo significativo, verso gli anni ’50, l’oggetto di svariati interventi trasgressivi e innovatori. Se le carte strappate di Hans Arp possono essere considerate in tal senso precorritrici, e’ importante osservare come gli artsiti della seconda metà del XX secolo abbiano fatto dei « maltrattamenti » un vero e proprio punto di riferimento, creando un nuovo rapporto con i supporti. Le opere di artsiti come César, Arman, Hains, Rotella, Fontana, Duchamp lo attestano. Il supporto diventa un campo di battaglia.
-
tags : restauro montaggio nanotecnologia deacidificazione
Villeglé, Rotella, Hains
Da un lato assistiamo al maltrattamento del supporto come in Fontana che usa la tela o la carta tagliandole o scavando dei buchi, in modo aleatorio, per creare dei concetti spaziali che suggeriscono lo spazio libero, oppure come in Cai Guo-Qiang e Arienti, che invece intervengono sul supporto, bruciandolo, per creare delle immagini, con la polvere da sparo l’uno e con il pirografo e la fiamma l’altro.
Raymond Hains
Prima e dopo il restauro
Dall’altro lato c’é il maltrattamento di un immagine per creare una nuova immagine come nel caso degli « arracheurs d’affiches » del Nouveau Réalisme in cui gli artsiti come Hains et Villeglé fanno riapparire, strappando e lacerando i vari strati di posters pubblicitari, informazioni scadute, immagini sedimentate e zone di colore, creando un nuovo rapporto con il mondo, con la città di quell’epoca che diventa tentacolare, dominata dall’economia e dalla nuova cultura della comunicazione.
Raymond Hains
Prima e dopo il restauro
Naturalmente queste opere presentano dei tracciati artistici che possono essere assimilati alle comuni degradazioni accidentali della carta. Ed proprio qui il problema : come capire dove si ferma la degradazione voluta e dove comincia quella accidentale ed evolutiva ? Sarà piu’ opportuno fissare o lasciar cadere i frammenti di carta bruciata ? Queste sono le domande piu’ comuni, ma non le uniche, che ci poniamo solitamente davanti al restauro di questo tipo di opere che richiedono, per essere restaurate correttamente, una grande conoscenza dell’universo dell’artsita ed una perfetta documentazione dello stato di conservazione. Ci si deve parimenti servire delle immagini di archivio dell’artista, in modo tale da identificare, eventualmente, l’evoluzione del supporto e della tecnica. Cosi’ facendo si creano tra l’altro i presupposti per precisare i problemi di degrado che potranno intervenire in futuro.
Gli interventi conservativi piu' praticati in questi casi sono: puliture superficiali, consolidamento, deacidifcazione con nanoparticelle alcaline in solventi con bassa polarità e montaggio appropriato.